venerdì 30 aprile 2010

Pedalata nella Riserva Naturale del Pian di Spagna



La Riserva Naturale Pian di Spagna-Lago di Mezzola, sito di interesse comunitario (SIC) è stata istituita nel 1985 è una delle zone di sosta degli uccelli migratori più importanti; a sud dell'arco alpino ne sono rimaste soltanto quattro (le altre tre sono le Bolle di Magadino in Canton Ticino, le torbiere del Lago d'Iseo e i Laghi della Brianza).
Essa si trova lungo uno dei corridoi più brevi per l'attraversamento delle Alpi, quello che passa dallo Spluga.
Il lago di Como circa 2000 anni fa si estendeva verso la Valchiavenna fino a Samolaco; a seguito dei depositi dell'Adda e delle alluvioni del 1600 si formò un'area paludosa che divise il lago in due parti formando a nord il lago di Mezzola; l'aspetto attuale è quello che deriva dall'opera di canalizzazione dell'Adda da parte degli austriaci nel 1858.



Forse non tutti sanno che nella Riserva, oltre all'osservazione degli uccelli si possono effettuare bellissime passeggiate e pedalate lungo i percorsi segnalati.
Così l'altro giorno, partendo da p.zza Garibaldi munito di una normalissima city bike, ho fatto un bel giro che riporto nella mappa. Potete visualizzarla su Gpsed oppure con più ''effetti speciali'' (ma più pesante) su EveryTrail. Il gps logger l'ho spento al termine dell'andata per non sovrapporre le tracce visto che al ritorno ho fatto lo stesso percorso.
Il mio consiglio è di girare possibilmente al mattino perchè nel pomeriggio spesso si incorre nella fastidiosa, per chi pedala, Breva che soffia dal lago di Como.
Se siete con i bambini l'unico punto pericoloso è l'attraversamento del ponte sull'Adda, ma si può stare sullo stretto marciapiede protetto da guard-rail.

Nota bene. Questa e quella dei prossimi post è la descrizione di una mia ciclo-escursione. Declino qualsiasi responsabilità su quello che può succedere su queste strade nel caso vogliate ripercorrerle.

Informazioni
www.piandispagna.it

Bibliografia
Bordignon L., Corti W. - Tra cielo e Acqua: migratori in volo sul Pian di Spagna - Osservatorio Ornitologico Lodoletta e Consorzio Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, 2003

Cartografia

Riserva Naturale Pian di Spagna-Lago di Mezzola - Regione Lombardia, con informazioni sulla riserva e sui percorsi di visita

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giovedì 22 aprile 2010

Birdwatching Festival


Nella Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola si terrà, dal 23 al 25 aprile, la V edizione del Birdwatching Festival.

Il programma è molto ricco e gli appuntamenti sono per tutte le età (ci siamo stati nelle ultime due edizioni e il nostro bimbo si è divertito molto).
La Riserva dista circa 4km da Colico e ci si può arrivare anche in bicicletta percorrendo la ciclabile lungo l'Adda.

Informazioni
www.piandispagna.it

Bibliografia
Bordignon L., Corti W. - Tra cielo e Acqua: migratori in volo sul Pian di Spagna - Osservatorio Ornitologico Lodoletta e Consorzio Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, 2003

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giovedì 15 aprile 2010

Passeggiata al Montecchio sud

Finalmente sono riuscito a provare il mio GPS data logger ed ecco il risultato.


Questa è una passeggiata ideale per i primi tepori primaverili o per gli ultimi raggi di sole prima che arrivi l'inverno. Ha i segnavia del CAI (sentiero 8) ed è classificata come turistica, per il giro che ho fatto io ho impiegato poco più di 1 ora, aggiungete il tempo per arrivare al punto di partenza a piedi o in bici (non c'è posto per lasciare la macchina); si può arrivare lì o da Colico lago o dalla stazione di Piona.


Provenendo da Colico lungo la via dei Ciacc, nei pressi di una curva e poco prima di una fattoria, si svolta a destra lungo una carrareccia sterrata (segnavia 8). Dopo un centinaio di metri si prende un sentiero che sale a sinistra, ben segnalato. Si perviene ad una staccionata in legno e quasi al termine della stessa ad una palina segnaletica da dove volendo (segnavia 8a), in 5 minuti si può raggiungere la sommità del colle dove si trova la colonna che serviva da puntamento per i cannoni situati al Montecchio nord dove fu ultimato nel 1914 il forte che doveva servire da difesa contro l'eventuale avanzata austriaca attraverso la Svizzera. Poco oltre, sul punto più alto, si trova un punto trigonometrico.
Ritornati sui nostri passi, si scende fino ad arrivare ad uno stagno e di lì, proseguendo a sinistra ed abbassandosi sempre più, in prossimità di una rete metallica, si può raggiungere un piccolo approdo sul lago, con bellissima vista su Gravedona e Domaso.
Poco oltre, prestate un poco di attenzione ad alcune rocce: bisogna risalirle e non girare a destra: in ogni caso ci sono i segnavia e l'eventuale errore è di pochi metri.
Si giunge nuovamente ad una carrareccia e poi ad un grande prato con manso; oltrepassato si raggiunge in breve il laghetto di Piona, meta affollata di bagnanti da primavera inoltrata per tutta l'estate; ritornati sull'asfalto si può girare a sinistra sulla via dei Ciacc per ritornare al punto di partenza oppure proseguire per 50 metri e arrivare alla stazione di Piona.
Il toponimo ''Ciacc'' è recente e deriva da due emigranti che nei primi anni del secolo scorso al ritorno dall'Argentina, precisamente dal Gran Chaco, acquistarono i terreni che si estendono dal Montecchio sud alla ferrovia.

Nota bene. Questa e quella dei prossimi post è la descrizione di una mia escursione. Declino qualsiasi responsabilità su quello che può succedere su questi sentieri nel caso vogliate ripercorrerli.

Bibliografia e cartografia
Del Tredici G., Fattarelli E. - Colico e il Monte Legnone ''Sentieri e Storia'' - Club Alpino Italiano - Sezione di Colico, 2007

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giovedì 1 aprile 2010

Italia-Brasile 3 a 2

All’Auditorium S. Antonio di Morbegno, venerdì 09 aprile, alle ore 21.00, sarà di scena lo spettacolo teatrale “Italia – Brasile 3 a 2”, scritto, diretto e interpretato da Davide Enia.


Italia Brasile 3 a 2 è una telecronaca "epi-comica" e personalissima della partita giocata dalla nostra nazionale ai mondiali dell'82. Una maniacale e delirante evocazione di personaggi e fatti, esemplata sul genere teatrale del "cuntu". "U cuntu" in siciliano è il racconto di un fatto notevole, di un'impresa eroica che vale la pena di tramandare oralmente alle generazioni future. Associato, nella tradizione spettacolare dell'isola, alla chanson francese, celebrava in dialetto l'epopea cattolica dei paladini carolingi alle prese con i terribili mori. Paolo Rossi, Zoff, Conti, Pelè, Falcao, non hanno niente da invidiare ad Orlando o Rinaldo; le loro "gesta" fanno parte ormai della memoria storica collettiva e meritano un loro olimpo minore, mitico e moderno.
Nel racconto dei 90 minuti si accumulano tic e stereotipi del rituale bizzarro che puntualmente si organizza attorno all'evento mediatico: figurine dei giocatori usate come santini e circondate di ceri propiziatori; segni e posture scaramantiche; oggetti domestici che diventano amuleti d'eccezione, etc...
Enia trova anche il tempo per digressioni "serie" come la triste storia del calciatore brasiliano detto "garrincha", morto povero e dimenticato da tutti, o del portiere Tusevich ucciso sul campo da gioco dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Enia torna con la memoria a quel giorno dell’82 quando, all’età di 8 anni, guardava questa partita sullo schermo della loro prima tv a colori insieme con tutta la sua famiglia nel tinello. Ci fa sapere come si comportavano gli spettatori a casa sua, come si vestiva suo padre (nelle stesse cose, non mai lavate, per tutte le partite della squadra nazionale) o cosa faceva madre (accarezzava quasi tutto il tempo la testa di piccolo Enio). In questa rappresentazione si può trovare una grande passione degli Italiani per calcio.
Enia mischia i fatti del campo con questi della propria casa. Quando parla dei giocatori e delle azioni diventa quasi un commentatore sportivo: Chi ha fatto gol? Come lo ha fatto? In quale minuto? Lo fa nel modo molto divertente usando i vari tipi della voce, cambiando la sua mimica, il movimento del suo corpo, scambiando anche l’italiano con il siciliano.
Ma a parte dei momenti piacevoli riesce a portare agli spettatori le digressioni serie e tristi. Enia ci fa vedere che nella storia di calcio si trovano i punti chiari e scuri ma sempre c’è la grande passione e l’amore della gente per questa disciplina sportiva. Un vero affetto, dai piccoli ai grandi.
Sul palco con Enia due musicisti: il percussionista Fabio Finocchio ed il chitarrista Giulio Barroccieri, il cui ruolo è accompagnare l’attore e rendere il suo monologo più ricco, sottolineando le sue parole.

Riprodotto per gentile concessione del Consorzio Turistico Porte di Valtellina

Informazioni
Consorzio Turistico Porte di Valtellina

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